Forum della famiglia comboniana sulla ministerialità sociale. Webinar 5-6 marzo 2021

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Lunedì 8 marzo 2021
C’è una commissione della Famiglia Comboniana che è stata incaricata di preparare un Forum sulla ministerialità sociale a livello degli istituti che seguono il carisma di San Daniele Comboni. L’evento è stato rimandato già due volte a causa della pandemia. Ma la commissione non si è scoraggiata. Nel frattempo, ha già realizzato due webinar aperti a tutti – comboniani, comboniane, secolare e laici missionari comboniani –, con l’obiettivo di raccogliere la ricchezza dell’operato e del cammino fatto, di approfondire i contenuti e cominciare a tracciare linee operative per una missione sempre più attenta alle attese dei poveri e aperta al cambiamento di paradigma missionario che punta ad una effettiva trasformazione sociale. Ciascuno dei due webinar ha avuto circa 300 partecipanti. Qui di seguito pubblichiamo una sintesi del lavoro del primo webinar svoltosi il 4 e 5 dicembre 2020 (
vedi allegato 1); e poi il programma e il contenuto del secondo webinar, realizzato il 5 e 6 marzo 2021, centrato sulla restituzione della Mappatura dei ministeri sociali nella Famiglia Comboniana (vedi allegato 2). [Tutto il materiale, in video e documentazioni scritte, è accessibile al sito combonimission.net]

La trasformazione sociale nella ministerialità della Famiglia Comboniana

Restituzione del lavoro realizzato
nel Webinar del 4-5 dicembre 2020

1. Un cammino iniziato da tempo

L’impegno per la trasformazione sociale, nella ministerialità della famiglia comboniana, c’è sempre stato. In questo ultimo ventennio si è accentuato, soprattutto attraverso la partecipazione a 7 Fori Sociali mondiali (dal 2007, a Nairobi, fino al 2018 a Salvador de Bahia), ai Fori Comboniani e l’impegno nelle periferie esistenziali, in varie parti del mondo e in diversi ambiti, seguendo il nostro carisma e la Dottrina sociale della Chiesa, arricchita dal magistero e dalla testimonianza di Papa Francesco.

Anche gli Istituti della nostra famiglia, negli orientamenti capitolari, hanno messo a fuoco la ministerialità come stile di vita missionaria: le consorelle Comboniane si sentono: “chiamate a comprenderlo e a viverlo alla luce della mistica dell’incontro” (CMS. Atti Capitolari 2016, 13.1; 13.2); e i confratelli Comboniani come “consapevolezza di un nuovo paradigma di missione che ci spinge a riflettere e a riorganizzare le attività su linee ministeriali” (MCCJ. Atti Capitolari 2015, n.12)

Tutto questo ha spinto le coordinazioni generali della famiglia comboniana (consacrati, secolari e laici), ad avviare un processo di ricerca, attraverso la storia delle esperienze di vita di ministerialità sociale e di una mappatura ad ampio raggio, di approfondimento, attraverso la pubblicazione di due libri: nel 2018 il libro dal titolo “Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”; e il secondo libro nel 2020, dal titolo “Noi siamo missione. Testimoni di ministerialità sociale nella famiglia Comboniana”; infine la collaborazione interna ed esterna dell’opera comboniana nel mondo, coinvolgendo tutti: da coloro che sono nella formazione di base; coloro che sono impegnati nei quattro continenti, in ogni ambito ministeriale, ai nostri fratelli e sorelle fedeli alla missione anche nell’età avanzata e nella prova della malattia e della fragilità. 

Con i seguenti obiettivi specifici:

  • Elaborare dei criteri, modalità e principi comuni nelle esperienze esistenti di collaborazione inquadrandole in una prospettiva istituzionale.
  • Valutare in che modo le varie ministerialità hanno un impatto di trasformazione sociale sulla realtà e come la nostra presenza ministeriale risponda a una vera esigenza dei segni dei tempi.

Dal 2018 è stato promosso questo processo sinodale, allo scopo di coinvolgere gradualmente l’insieme della famiglia comboniana, attraverso iniziative e momenti di incontro e di condivisione; nella consapevolezza che per valutare come e in che misura la ministerialità incide sulla trasformazione sociale della realtà in questo cambiamento d’epoca, esige tempo.

Il cammino sinodale è un esercizio privilegiato di collaborazione all’interno della famiglia comboniana in articolazione con i movimenti ecclesiali e sociali, cammino che non può né deve essere considerato come un’azione di circostanza e limitato nel tempo, ma di lungo percorso, secondo la tradizione viva della Chiesa, che deve essere sostenuto, alimentato, e rivisto nel ritmo accentuato del cambiamento epocale, per dare significatività ed efficacia alla presenza missionaria e carismatica della famiglia comboniana nel mondo di oggi.

2. Una tappa del processo: il Webinar del 4-5 dicembre 2020

In vista del Foro della ministerialità sociale nella famiglia comboniana, è stato realizzato un Webinar il 4-5 dicembre 2020, che ha visto una partecipazione consistente e veramente incoraggiante di comboniani e comboniane (280 iscritti e 240 effettivamente prendendo parte). La pandemia ci ha obbligati ad entrare sempre più in questa forma di comunicazione digitalizzata. L’interesse e la partecipazione, fatta in questa nuova forma, hanno permesso di raggiungere persone e situazioni impensabili, e il lavoro dei gruppi è stato molto ricco e ha manifestato la vitalità del carisma comboniano nel mondo.

Per il giorno 4 dicembre 2020 sono stati invitati due laici, Marco Moscatelli, biblista e Stella Morra, teologa, i quali, a partire dalla loro ricerca e dal loro ruolo nella comunità accademica, pastorale ed ecclesiale europea, hanno indicato alcuni elementi per valutare come e in che misura la ministerialità può incidere nella trasformazione sociale della realtà: il luogo da cui partire e l’obiettivo da raggiungere.

Per Luca Moscatelli, è necessario partire da coloro che sono “fuori”, dal mondo inteso come luogo teologico, dove cogliere la presenza dello Spirito di Gesù che è all’opera.  È dal di fuori che arrivano le sorprese e da dove ci arriva la salvezza. È quello che sta fuori che modella l’identità di coloro che sono dentro la comunità ecclesiale. La missione ha sempre sottolineato l’importanza di “andare verso” enfatizzando il protagonismo dei missionari/e; forse è necessario sottolineare anche il “partire dalle periferie esistenziali direbbe Papa Francesco; dai più poveri e abbandonati dice la tradizione della famiglia comboniana;  altri direbbero dai margini; l’importante è mettersi in ascolto, vivere l’incontro e la prossimità e scoprire il profetismo di chi già vive le Beatitudini e ci apre e ci stimola a percorrere strade nuove di cambiamento.

Attraverso un excursus biblico e il richiamo di molti personaggi, Luca Moscatelli ha fatto comprendere che anche Gesù si è lasciato toccare da persone che non facevano parte del popolo di Israele, come il centurione romano che chiede la guarigione di un suo servo (lc 7, 1-10) e su di lui dice “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande”. E la donna siro-fenicia che chiede le briciole che cadono dalla tavola degli eletti (Mc 7, 24-30) , cambiando la prospettiva di Gesù fino a condurlo ad esclamare dinanzi ai discepoli : “Io ti rendo lode, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25-27).

Tutto questo porta ad uno stile di missione caratterizzato dalla dinamica dell’uscita, un’itineranza povera aperta all’incontro, che si lascia definire da ciò che viene da fuori (anziché dall’autoreferenzialità); si tratta di arrivare da “stranieri”, chiedendo ospitalità (anziché imponendo il proprio mondo, in stile coloniale), riconoscendo e accompagnando l’opera dello Spirito.

La teologa Stella Morra, ha spiegato che nell’incontro con l’altro è importante articolare bene la trilogia: fede, cultura e chiesa. Nel compito dell’evangelizzazione difatti è necessario prendere a cuore la cultura dell’altro come ci insegna il magistero della chiesa (EG 115 e GS 53).

Nell’incontro del Vangelo con i popoli è necessario adottare un nuovo paradigma, indicato da Stella Morra come una nuova coraggiosa rivoluzione culturale (come viene indicato da Papa Francesco nella Costituzione Apostollica Veritatis Gaudium al n. 3). La Morra ha sottolineato che per la ministerialità sociale, è necessario avviare azioni e iniziative come processi, più che parlati devono essere vissuti, i quali, con il passar del tempo, diventano significativi e forza per la trasformazione sociale del sistema che genera scarto. Ha inoltre indicato alcune scelte che aiutano a rendere efficace il sociale nella ministerialità: prima di tutto rompere la propria rigidità contenutista-identitaria, evitando ogni autoreferenzialità e specialmente recuperare la dimensione della gratuità e della solidarietà. Recuperare inoltre una sintassi simbolica e praticare la complessità e l’inclusività come stile di vita. In una parola per una rivoluzione culturale, la chiave di efficacia nell’incontro con l’altro è la Misericordia, come spesso insiste papa Francesco.

Nella dinamica dell’evangelizzazione e dell’incontro interculturale, i rischi che un missionario può correre per la trasformazione sociale, ci può essere della inesattezza; quello della debolezza, quello della esagerazione; ma non può né deve correre il rischio dello gnosticismo, del pelagianesimo, né quello di sfigurare il significato autentico e integrale della missione evangelizzatrice. Si può correre il rischio di offrire la misericordia senza condizioni; ma non si può correre il rischio di opporsi alla piena libertà dell’amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona.

3. La ricchezza della condivisione dei gruppi

Il giorno 5 dicembre 2020, tutti i partecipanti, divisi in gruppi linguistici, hanno risposto a queste due domande:

Quale messaggio hai portato a casa il 4 dicembre?

Quale le nuove intuizioni a partire dalle condivisioni nel gruppo?

Punti rilevati con una certa frequenza:

  • Dentro/Fuori
  • Storia, luogo teologico
  • Dio ospite, noi chiamati a fare lo stesso
  • Ruolo della cultura, necessità di imparare come approcciare la cultura
  • Necessità di cambiare metodologia, assumere nuovi paradigmi
  • Il ruolo dell’ascolto/apertura per cogliere le sfide, periferie, cambi di paradigmi, ecc.
  • Il paradigma della misericordia fondativa del formarsi come Popolo di Dio nel mondo
  • La pandemia: fattore destabilizzante ma anche opportunità per una nuova narrazione

Punti dissonanti:

  • Poco presente l’aspetto della spiritualità
  • Alcuni limiti dei due relatori (di contesto, di approccio).

L’insieme delle risposte dei gruppi ci portano a mettere in evidenza alcuni aspetti che aiutano a comprendere e proseguire il processo sinodale già avviato, richiamando alcune parole chiave:

3.1 I segni del Regno a partire dai margini

  • I discepoli/e seguono i passi del Maestro e si rivestono dei suoi sentimenti; soprattutto hanno compassione ed hanno occhi per riconoscere nella speranza i frutti dell’opera dello Spirito del Risorto, che semina dove non immaginiamo, anche fuori dalle nostre strutture, dalle nostre programmazioni e dalle nostre iniziative.
  • La lettura dei segni dei tempi è fatta a partire dai luoghi dove poggiano i piedi, nella realtà in cui si vive, si pensa e si agisce. Le periferie esistenziali sono il punto dal quale guardare la realtà con gli occhi e le attese dei poveri.
  • Vivere con gli ultimi permette di leggere la realtà in modo nuovo e rileggere la Bibbia da un altro punto di vista.
  • Dall’esterno vengono le sfide e le lezioni per trasformarci in modo da passare dall’essere estranei all’essere popolo; sentirsi ospiti provvisori e marginali nel mondo dell’altro.
  • Sono i poveri che ci evangelizzano, perché a loro è dato di vedere Dio, che a sua volta li chiama beati.
  • Lasciarsi istruire da ciò che viene dall’esterno. Ascoltare i popoli nativi per recuperare l’ecologia umana di relazioni più autentiche. Anche i movimenti popolari
  • Sono i poveri, gli esclusi, gli scarti che dettano l’agenda ai missionari per il ministero sociale.
  • Comboni stesso, nella sua visione carismatica fu in grado di avere uno sguardo interiore e una contemplazione esteriore per cogliere suggerimenti e imparare dagli altri, attraverso i suoi viaggi e i numerosi incontri con ogni genere di persone, dai suoi collaboratori, dall’”infelice” Nigrizia e cogliere l’ora per la rigenerazione dell’Africa.

3.2 La cultura dell’altro nella mistica dell’incontro. L’inculturazione del Vangelo

  • Il concetto di cultura è estremamente dinamico, è un concetto liquido. Vediamo una tensione fra l’importanza di avere un’identità culturale ed il pericolo di cadere in una idolatria dell’identità. Conoscere e imparare la cultura della gente dove viviamo è molto importante.
  • Le varie culture sono il dono di Dio per tutta l’umanità, allo scopo di farci comprendere che tutto è connesso. Accogliere la complessità aiuta i discepoli a fare il passaggio necessario dalla multiculturalità alla interculturalità
  • L’apertura a tutto ciò che è fuori dal suo mondo, aiuta i discepoli a non restare asfissiati e a promuovere la cultura dell’incontro.
  • Nell’incontro con l’altro, i discepoli purificano lo sguardo nel contemplare la bellezza e la ricchezza di Dio, presente nelle diversità degli stili di vita e degli approcci esistenziali nel quotidiano dell’esperienza umana; rompono la rigidità identitaria e comunitaria, recuperano la dimensione compensativa e promuovono l’umanità plurale per un mondo altro.
  • La rivoluzione culturale, evocata da Papa Francesco nella “Veritatis Gaudium n. 3” si raggiunge nella misura in cui l’incontro con l’altro diventa cammino di conversione che costruisce il “NOI”; con un forte senso di appartenenza alla casa comune, al popolo, nella responsabilità etica per il bene di tutti.
  • Nell’incontro con l’altro il Vangelo è come il pizzico di sale che non cambia il cibo, ma gli dà sapore.
  • La tecnica non può mortificare ma deve facilitare l’incontro reale con l’altro.
  • La grazia presuppone la natura e la cultura. Dio opera e agisce nella persona umana con la sua cultura. La cultura del cristianesimo è una cultura della misericordia, che deve permeare tutte le altre culture, dando loro un “sapore di sale”, purificandole.

3.3 La Misericordia per fondarsi come popolo

  • Vivere la solidarietà e fraternità nelle nostre comunità per essere segni visibili e credibili.
  • Uscire da sé stessi, evitando ogni autoreferenzialità; vivere la vita comunitaria come una scuola per allargare e allungare lo sguardo e promuovere azioni condivise.
  • Sfide per la conversione: rompere la rigidità interna e strutturale, permeandosi di compassione e di misericordia.
  • Promuovere la cultura della Misericordia, dove tutti possono usufruire e promuovono una nuova umanità; vigilanti a non lasciarsi sedurre dalla cultura del consumismo, dell’accaparramento dei beni comuni, della sopraffazione e dello sfruttamento, dell’intolleranza e dell’indifferenza.

3.4 Collaborazione e articolazione nella famiglia comboniana e con movimenti ecclesiali e sociali

  • La collaborazione all’interno della famiglia comboniana e l’articolazione con altri movimenti ecclesiali e sociali va ricercata con pazienza e perseveranza, ma anche con realismo, coscienti che i laici e le religiose, generalmente, fanno meno fatica ad assumere la ministerialità, al contrario dei preti.
  • Per favorire la collaborazione è necessario partire dalle esperienze positive e incoraggianti che già esistono nell’ambito della famiglia comboniana, come per esempio nella pastorale giovanile e nella ministerialità sociale. Coscienti che solo mettendo insieme i vari punti di vista, si riesce a dare risposte efficaci alle sfide della missione.
  • Rigenerare la formazione dei candidati e delle candidate. A volte protetti e paurosi di affrontare i drammi sociali.
  • Di fronte ai complessi problemi del mondo, la Chiesa non ha una risposta pronta. Cammina con gli altri. Lavora insieme per trovare una soluzione con flessibilità, apertura, adattamento, semplicità.
  • La collaborazione deve allargarsi sempre più con altri movimenti ecclesiali e sociali che praticano l’approccio ministeriale.
  • Studiare insieme come contaminare coloro che nella famiglia comboniana pensano che la ministerialità sociale porta gli Istituti a snaturarsi.
  • Aiutare tutti a comprendere che la ministerialità sociale è parte costitutiva dell’evangelizzazione (Gc 2, 14-16) ed è frutto di un progetto comunitario che analizza, fa crescere e che invia.
  • La famiglia comboniana deve partire sempre da ciò che unisce nella realizzazione del sogno di Comboni. Partendo dalle periferie esistenziali, il carisma si rinnova attraverso scelte di campo in questo momento della storia.

3.5 Prassi ministeriali per la trasformazione sociale

Molti sono i suggerimenti che i gruppi hanno indicato; per esempio:

  • Il ministero sociale è costitutivo della missione che Dio ci ha affidato come Famiglia Comboniana.  “Salvare l’Africa con l’Africa” significa accompagnare le persone affinché diventino protagoniste della loro vita, assumendo i loro diritti e doveri di cittadini e cristiani.
  • Costruire comunità inclusive, come laboratorio di umanità, gratuità, interculturalità, per una fraternità evangelica e amicizia sociale.
  • Creare occasioni di incontro e di condivisione, come il Webinar che ha dato a 240 comboniani e comboniane, religiosi e laici, la possibilità di partecipare e di condividere (per qualcuno è stata la prima occasione di interagire con laici, laiche e missionarie secolari).
  • Migliorare i nostri stili di comunicazione soprattutto nelle nostre espressioni di genere che a volte non riflettono la misericordia. 
  • Avere il senso dell’umorismo aiuta a gestire i sentimenti: sapersi prendersi anche in giro.
  • Lavorare in rete, mettendo in relazione chi lavora negli stessi ambiti, anche se in contesti geografici e culturali differenti, per lo scambio di metodi, approcci, mezzi adeguati.
  • Privilegiare l’itineranza che incontra l’altro, aprendosi alla sua visione e alle sue attese.
  • Offrire mezzi adeguati a comprendere e a vivere l’interculturalità
  • Ma anche importante rigenerarsi in una formazione continua: coltivando la propria interiorità e le motivazioni spirituali; rivestirsi dei sentimenti del Maestro e seguire le tracce di Gesù storico; educarsi alla lettura dei segni dei tempi e dei luoghi; essere costruttori e non consumatori di vita comunitaria; lasciarsi interpellare dalle novità della storia; disponibilità a ricominciare; educarsi all’ascolto e alla presenza attenta e discreta tra e con i poveri.

4. Mettersi in gioco: costruttori di una umanità plurale

Nel lavoro dei gruppi, spesso è stato messo in evidenza che la pandemia, come prova che ha destabilizzato e scombussolato i piani, è anche un tempo propizio per l’evangelizzazione.

È vero che la pandemia ha portato sofferenza, paura e morte, anche nella nostra famiglia comboniana; ma non è mancata la creatività, facendo sorgere idee nuove, aiutando questo processo sinodale della ministerialità sociale con proposte, per proseguire il cammino ecclesiale e missionario per il futuro.

Molti hanno compreso che Dio ci salva nella pandemia, non dalla pandemia.

Chi ha fatto l’esperienza dolorosa del Covid-19 e dell’isolamento, ha colto il momento propizio per una svolta, un cambio di passo, ha ripreso a sognare come Comboni e Papa Francesco (vedi l’ultimo libro autobiografico: “Ritorniamo a sognare”, PIEMME, 2020).

Non importa l’età, questa è l’ORA de rimettersi in gioco e di osare, aiutati anche da tutto quanto vedremo nel prossimo Webinar a partire dalle 200 storie di ministerialità sociale nella famiglia comboniana; come sintetizza un partecipante del Webinar:

Partir das periferias, presente desde sempre nas mensagens e documentos de Francisco. Reconhecer o externo como outro e além de nós. Não somos o centro da missão. Os tempos difíceis não devem levar a um recuo, fechamento, medo, mas a “reinventar”, encontrar caminhos, renovar, transformar a forma de agir. Isso afeta o estilo de missão, que deve ter como centro a realização da justiça, que é o foco da ministerialidade, e vai de encontro com a concretização do Reino, que é justiça” (Gruppo di lingua portoghese).

(Partire dalle periferie, presenti da sempre nei messaggi e nei documenti di Papa Francesco. Riconoscere quello che è fuori, come altro e al di là di noi. Non siamo il centro della missione. I tempi difficili non devono portarci ad indietreggiare, chiuderci, aver paura, ma a “reinventarci”, cercare strade, rinnovare, trasformare il modo di agire. Questo attinge lo stile della missione, che deve mettere al centro la realizzazione della giustizia, che è il punto focale della ministerialità, e favorisce la concretizzazione del Regno, che è giustizia).

Vedi su YouTube il Webinar del 4 dicembre

Vedi su YouTube il Webinar del 5 dicembre

Programma del Webinar
5-6 marzo 2021

5 MARZO 2021 (Vedi su YouTube il Webinar)
14.45 (Ora di Roma) Collegamento Zoom e istruzioni per il webinar
15.00 Introduzione ufficiale e preghiera iniziale
15.10 Intervento di sintesi del webinar di dicembre
15.20 Presentazione della mappatura
16.30 Domande da parte dei partecipanti
16.50 Ringraziamenti e avvisi
17.00 Chiusura

6 MARZO 2021 (Vedi su YouTube il Webinar)
14.45 (Ora di Roma). Collegamento Zoom e istruzioni per il webinar
15.00 Benvenuto e Preghiera d’apertura
15.10 Introduzione ai lavori di gruppo
15.20 Lavori di gruppo:

  • Cosa mi sorprende dei risultati della mappatura?
  • E del libro “Noi siamo missione”?
  • Dove intuisco la presenza dello Spirito?
  • Come possiamo avviare un percorso di dialogo e riflessione ministeriale nella FC?

16.25 Risonanza di 4 gruppi
16.45 Sintesi e traccia per il proseguimento del percorso (possibili piste di comunione)
16.55 Conclusione: i prossimi passi del percorso
17.00 Chiusura

Restituzione della Mappatura
dei ministeri sociali
nella Famiglia Comboniana

Introduzione

Nel contesto del percorso di riflessione da parte della Famiglia Comboniana (FC) sul proprio impegno ministeriale nel sociale, è emersa l’esigenza di fare una mappatura delle esperienze sul campo. Uno sforzo di questa portata è inedito, soprattutto in quanto processo di riflessione condivisa, partecipata che coinvolge tutta la FC. Questa iniziativa ha già documentato oltre 200 esperienze e questo dato eccezionale ci offre la possibilità di un nuovo sguardo su quello che stiamo facendo:

  • per la prima volta possiamo avere uno sguardo d’insieme sui ministeri sociali della FC, basato su dati sistematici;
  • emerge una possibilità di un confronto e dialogo senza precedenti;
  • ed anche l’occasione di camminare assieme, con uno stile sinodale.

L’esercizio di mappatura si proponeva tre obiettivi:

  • Valutare la significatività del ministero sociale comboniano: valutare come la nostra presenza ministeriale risponda ai segni dei tempi e quanto si inserisca nei processi di trasformazione sociale suscitati dallo Spirito.
  • Far emergere come stiamo vivendo la ministerialità in questa epoca di cambiamento, o meglio, in questo cambiamento d’epoca: questo aspetto riguarda le motivazioni, la spiritualità, lo stile ministeriale, l’approccio missionario e l’emergenza di nuovi modelli di missione che sembrano funzionare laddove i modelli più tradizionali stanno segnando il passo.
  • Promuovere un cammino sinodale come Famiglia Comboniana con gli esclusi: cioè individuare delle piste di comunione, per un cammino condiviso.

Questa relazione ripercorrerà i punti fondamentali del percorso che stiamo facendo: la metodologia adottata, il quadro d’insieme che emerge dalla mappatura, il profilo del ministero sociale della FC nei continenti, la collaborazione ministeriale ed il rapporto con la chiesa locale, considerazioni sul carisma, le attività pastorali, le priorità degli istituti comboniani e il ministero sociale comboniano di fronte alle sfide del nostro tempo.

Metodologia

L’invito a documentare i ministeri sociali è stato accompagnato da due strumenti di raccolta dati. Uno strumento narrativo, per cogliere la storia dell’esperienza, le motivazioni e ispirazioni, il suo sviluppo nel tempo, le attese, le sorprese e i risultati. La griglia di lettura proposta era basata su EG 24, che suggerisce di guardare all’impegno ministeriale attraverso un percorso marcato da cinque verbi: “primerear” (o prendere l’iniziativa), coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare.

Si chiedeva di raccontare l’esperienza ministeriale seguendo la griglia riportata qui sotto:

1. Prendere l’iniziativa: Chi e perché ha dato vita a questo ministero?

2. Coinvolgersi: Come è cominciato questo ministero? A chi si rivolge? Chi altri si è riusciti a coinvolgere?

3. Accompagnare: Approccio e principali attività. In che modo gli utenti sono protagonisti? Che difficoltà si sono dovute affrontare? Come sono state superate?

4. Fruttificare: Quali sono i cambiamenti più significativi intervenuti? Dove e quando si è fatta esperienza della presenza e dell’azione dello Spirito? Quali inviti ci fa lo Spirito attraverso questa esperienza?

5. Festeggiare: Quale apprezzamento mostrano gli utenti? E la comunità locale? La chiesa locale? Come questo cammino ci ha trasformati?

L’uso di questa griglia ha fornito un’opportunità di allineamento della riflessione con la visione e i valori espressi nell’Evangelii gaudium, che è un punto di riferimento fondamentale oggi per il ministero missionario.

È stata anche fornita una seconda scheda da compilare per raccogliere i dati del progetto, nella quale si chiedeva di dare un nome all’esperienza ministeriale (o “progetto”), di indicarne il contesto geografico, sociale ed ecclesiale, e di sottolinearne la dimensione carismatica comboniana. La scheda poi si proponeva di documentare da un lato gli aspetti operativi del ministero: a chi si rivolge, chi è coinvolto e in che modo; metodologia, strategie e attività; risultati, potenziale da sviluppare e lezioni apprese.

La documentazione delle esperienze è stata anche un’occasione per una riflessione sistematica da parte dei partecipanti su quello che stanno facendo, per stimolarne la piena consapevolezza e il confronto all’interno delle equipe ministeriali secondo uno schema esaustivo e condiviso, che rende più facile poi il dialogo tra esperienze diverse.

Per quanto riguarda l’analisi dei dati, non siamo partiti da categorie a priori. Le schede compilate non avevano risposte predeterminate, ma prevedevano risposte aperte. Questa scelta è stata dettata dal valore di cogliere il punto di vista dei partecipanti. Dalle risposte date sono emerse le variabili che poi hanno portato a ricostruire il quadro generale che presentiamo in questa restituzione.

Il quadro d’insieme

I dati raccolti non rappresentano tutti gli impegni della Famiglia Comboniana nel mondo. Molte esperienze non sono state ancora documentate per vari motivi. Tuttavia, la quantità di esperienze ministeriali pervenute costituisce un campione numericamente significativo ed abbiamo un’immagine di base dalla quale si possono abbozzare delle considerazioni sistematiche. Abbiamo raccolto 205 contributi. (Vedi allegato 2 per leggere il testo completo)

Sintesi finale e seguito del percorso

1. La mappatura continua: è uno strumento vivo, in continuo aggiornamento. Vi invitiamo a:

  • Documentare altre esperienze (usando le schede scaricabili da combonimission.net)
  • Per le esperienze già documentate: dare un contatto (email, whatsapp), mandare foto con didascalia (luogo, anno, soggetto), mandare aggiornamenti
  • Mandate il materiale a missione@comboni.org o mtratticms@gmail.com
  • Esplorare la banca dati, per conoscerci meglio, trovare interessi comuni, punti di convergenza e condivisione.

2. Abbiamo iniziato un passaggio epocale: stiamo costruendo una visione sistemica che ci permette di pensare alla programmazione, formazione, ricerca di nuove risposte alle sfide del nostro tempo in modo nuovo.

3. È emersa la profonda spiritualità che anima il ministero sociale comboniano. Non c’è separazione tra dimensione sociale e dimensione spirituale, ma sono vissute come un tutto interconnesso. Lo vediamo molto chiaramente anche nelle attività portate avanti nelle varie esperienze. Del resto, è proprio dalle nostre radici carismatiche che riceviamo questo orientamento. La “Rigenerazione dell’Africa con l’Africa” ci dice esattamente questo.

4. La sfida della sinodalità: avendo documentato le esperienze sul campo, è ora possibile costruire degli spazi di incontro tra queste esperienze, per una azione-riflessione condivisa. Da questo incontro è possibile costruire percorsi che portino all’elaborazione di pastorali specifiche o di ambiente.

In alcuni casi esistono già delle belle esperienze di questo tipo: ad esempio, il gruppo di lavoro con gli afro-discendenti in America Latina, o la nuova iniziativa dei comboniani – sempre dell’America – che stanno dando vita al Pacto comboniano para la casa comùn. Così come il movimento a contrasto della tratta di esseri umani, che vede le comboniane come protagoniste tra molti altri attori ecclesiali. In Europa si vorrebbe avviare un percorso continentale nel contesto del ministero con migranti e richiedenti asilo.

Senza dimenticare la sfida educativa, terreno sul quale tutta la FC è impegnata. Su questo punto una grande opportunità è offerta dal movimento avviato dal Patto educativo globale promosso da papa Francesco. In Africa, in modo particolare, si sta investendo molto sul piano educativo, anche attraverso iniziative a livello universitario. Auspichiamo una riflessione missionaria su questa realtà, a partire da quelle comunità ed equipe pastorali direttamente coinvolte in questo ambito.

Di per sé, le varie priorità che gli Istituti comboniani hanno identificato nel loro discernimento costituiscono dei potenziali temi per dar vita a cammini sinodali, non solo come FC, ma all’interno e in comunione con la chiesa e con la società civile. La mappatura ha preso nota anche di queste priorità ed ha indicato quali esperienze sono già impegnate in ciascuna di esse. É un buon punto di partenza.

5. La sfida della significatività: ciò che rende significative le presenze sul campo è la profezia, che vediamo espressa in diversi modi. Certamente nella cultura dell’incontro, che richiede apertura, disponibilità a lasciarsi cambiare, chiedere umilmente ospitalità. La vediamo anche nella tenerezza della compassione, nel fare causa comune a fianco degli impoveriti, nell’evangelizzare come comunità e in comunione in una rete ministeriale. La vediamo ogni qualvolta la realtà viene trasfigurata e lascia intravvedere il Regno di Dio che viene, la presenza del Risorto che rigenera, donando vita in pienezza.

Tuttavia, la mappatura ci informa che ci sono degli aspetti in cui dobbiamo crescere come FC. Anzitutto, la dimensione di denuncia, per decostruire strutture di peccato lesive della dignità umana, della giustizia sociale e del bene comune. Inoltre, sentiamo un invito ad integrare in modo strutturale nei nostri ministeri sociali alcune dimensioni fondamentali come: l’ecologia integrale, pace e riconciliazione, dialogo inter-religioso e inter-culturale, economia sostenibile ed equa, e la dimensione dei giovani.

6. La sfida dello stile: la profezia invita anche ad avere uno stile coerente con il messaggio, unire Parola e vita. Certamente oggi la sostenibilità è un tema ineludibile. Sia per quanto riguarda la cura della nostra Casa Comune, sia per quanto riguarda il nostro stile ministeriale e di vita. Questi aspetti sono del resto interdipendenti. Ed è il tema della sostenibilità che oggi ci richiede nuovi modelli di presenza missionaria. Abbiamo l’esigenza di dar vita a degli ecosistemi missionari viabili dal punto di vista del ministero missionario, da quello economico – con strutture semplici e stili di vita sobri – e da quello del rapporto con il territorio. La mappatura ci aiuta a scorgere quello che lo Spirito sta già suscitando tra noi in questo senso: sarà importante dialogare con queste esperienze e pensare percorsi che ci aiutino a diffondere nuovi modelli di presenza missionaria sostenibile.

7. Il percorso continua: ringraziamo il Risorto per il percorso che abbiamo fatto sin qui. É importante conservarne la memoria, perché lo Spirito continua a parlarci nelle intuizioni e scoperte che abbiamo incontrato lungo il percorso. Per questo vi invitiamo ad accedere alle fonti, o documenti che presentano il raccolto del lavoro fatto finora. Tutto il materiale, in video e documentazioni scritte, è accessibile al sito combonimission.net.

Inoltre, riusciamo a intravvedere alcuni prossimi passi:

  • La preparazione di un librettino che faccia memoria di questo webinar (come abbiamo fatto per quello del dicembre scorso).
  • Non riteniamo possibile fare il forum in presenza a luglio. Facendo i conti con la pandemia, dovremo discernere nuove modalità per il proseguimento del cammino, tenendo conto dei suggerimenti che emergono dai lavori di gruppo. Anche questa è un’occasione per aprire cammini nuovi.