Venerdì 6 novembre 2020
Nel messaggio per la celebrazione della giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato (1 settembre 2020), papa Francesco osserva come in ogni parte del mondo lo Spirito Santo stia ispirando individui e comunità a unirsi per ricostruire la casa comune e difendere i più vulnerabili. Come aveva già affermato nell’enciclica Laudato si’, infatti, “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (LS 139).

Un giubileo della terra

Nel messaggio per la celebrazione della giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato (1 settembre 2020), papa Francesco osserva come in ogni parte del mondo lo Spirito Santo stia ispirando individui e comunità a unirsi per ricostruire la casa comune e difendere i più vulnerabili. Come aveva già affermato nell’enciclica Laudato si’, infatti, “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (LS 139). È significativo che le risposte di tanti gruppi e comunità alle sfide del loro territorio abbiano un carattere olistico, siano cioè risposte integrate capaci di relazionarsi alla complessità della realtà, rendendo visibile il fatto che tutto è connesso (LS 117). Per visualizzare questo concetto, riportiamo la testimonianza di un missionario che nella sua esperienza sta vivendo questo cammino:

Sono arrivato a Santa Rita nel marzo 2007. Ciò che ha attirato maggiormente la mia attenzione è stato il gran numero di persone che sopravvivevano raccogliendo materiali riciclabili per strada e nelle discariche. Così, insieme a un team di laici abbiamo iniziato a visitare le famiglie di questi raccoglitori di rifiuti per conoscerli da vicino. Poi abbiamo iniziato a fare incontri per conoscerci e per condividere la vita. A poco a poco è nata l'idea di unirci in una cooperativa di raccoglitori di rifiuti per ottenere un miglioramento economico.

Abbiamo iniziato un processo di formazione che è durato quasi tre anni, nutrendoci sempre della Parola di Dio. Il gruppo di coordinamento era cattolico, ma la maggior parte dei raccoglitori erano evangelici, anche se molti non frequentavano nessuna chiesa. Abbiamo anche dato priorità al rafforzamento della nostra autostima attraverso momenti di formazione umana. C'è stata molta riflessione e discussione su come organizzarci e sulla necessità di sensibilizzare la popolazione sulla raccolta differenziata e sul miglioramento dell'ambiente. Il 10 ottobre 2009 è stata inaugurata la Cooperativa dei Riciclatori di Marcos Moura - COOREMM.

Questa cooperativa-ministero è un progetto di inclusione sociale di un gruppo molto ampio di famiglie che vivono ai margini della società e completamente escluse dal mondo del lavoro. Infatti, si rivolge non solo ai 30 raccoglitori di rifiuti che collaborano, ma anche a centinaia di famiglie che cercano di sopravvivere raccogliendo e vendendo materiali riciclabili, e che hanno bisogno di recuperare la loro autostima e la loro dignità di cittadini e figli di Dio.

La Cooperativa acquista i materiali da tutti, indistintamente, soci e non, allo stesso prezzo che viene rivenduto alle fabbriche che riciclano. I raccoglitori che collaborano fanno la raccolta differenziata in tre grandi quartieri della periferia di Santa Rita che contano una popolazione di circa 80 mila abitanti. Abbiamo molti momenti di formazione, cerchiamo di stabilire relazioni fraterne tra di noi, e rapporti etici con la popolazione e con le aziende che acquistano i nostri materiali.

Molte persone ed entità sono state coinvolte nel nostro lavoro donando materiali riciclabili e beni di consumo. Tra gli obiettivi raggiunti figurano la licenza ambientale; la raccolta selettiva nei quartieri; l’aumento dell'autostima e della dignità dei raccoglitori di rifiuti; l’accettazione della popolazione che simpatizza con la nostra organizzazione; e il miglioramento economico dei raccoglitori di rifiuti. Ma penso che il risultato migliore sia che oggi i raccoglitori di rifiuti sono rispettati e vedono un futuro. Anche il gruppo di coordinamento è cresciuto e ha imparato molto da questi poveri, ricchi di umanità e di volontà di lottare per un mondo migliore.

In questo processo di costruzione, mi sono impegnato personalmente al punto di voler vivere nello stesso loro quartiere, a Marcos Moura, in una casa simile alla loro, affrontando le sfide di un luogo completamente dimenticato dal potere pubblico e dominato dagli spacciatori di droga. Queste esperienze ci insegnano che dagli esclusi e dagli scarti della società può nascere una nuova storia, piena di speranza, la speranza di una nuova vita, di un nuovo domani, del pane di ogni giorno e la gioia di sentirci fratelli, più umani, più immagine di Dio. (fr. Francesco D’Aiuto, Santa Rita – Brasile)

Il fatto che esistano migliaia di storie come questa, pur in luoghi e ministeri diversi, è sorgente di grande speranza e motivazione a coinvolgersi sempre più nell’impegno per una ecologia integrale. Queste storie ci mostrano quanto sia importante l’ascolto del grido dei poveri e della terra, il protagonismo degli esclusi per costruire nuovi ecosistemi sostenibili; la fraternità con il suo effetto liberante; l’integrazione di gruppi e comunità nel più ampio contesto sociale; l’interdipendenza, la reciprocità e l’inclusione. In breve, la rigenerazione di tutto un tessuto umano, sociale e ambientale.

Un progetto comune

Tuttavia, come ci ricorda la Laudato si’, “l’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune” (LS 164): in altre parole, non basta dare vita a delle belle iniziative, ma bisogna anche collegare tutte queste esperienze, bisogna che queste facciano sistema per incidere efficacemente sulla realtà globale. Di qui la chiamata ad un Giubileo per la Terra, una profonda conversione personale, culturale, e soprattutto strutturale. È il sistema che deve cambiare e la chiesa vuole essere tra i protagonisti di questo cambiamento. Per questo il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale sta ideando un piano di realizzazione della Laudato si’ che ha l’obiettivo di rendere tutte le comunità cattoliche del mondo sostenibili nello spirito dell’ecologia integrale entro il 2030.

Il piano che sta nascendo è molto ambizioso. Definisce 7 obiettivi Laudato si’ (OLS)[1] , orizzonte comune di tutte le comunità cattoliche e predispone, grazie alla collaborazione con GCCM (movimento cattolico globale per il clima) una piattaforma informatica che mette a disposizione risorse formative, condivide iniziative ed azioni, e promuove meccanismi di verifica del cammino verso l’ecologia integrale.

L’idea di fondo è che ogni anno il numero di comunità cattoliche che intraprendono questo cammino venga raddoppiato, per una crescita esponenziale dell’impegno. Il percorso di ciascuna comunità partecipante sarà pluriennale[2] e si ambisce a coinvolgere entro alcuni anni il 25% delle comunità cattoliche nel mondo. Questa soglia statisticamente rappresenta un “punto di non ritorno”, cioè a quel punto il Piano Laudato si’ diventerebbe “virale” comportando un coinvolgimento a larga scala.

Una proposta per le comunità religiose

Per facilitare ed accompagnare il coinvolgimento di tutte le comunità cattoliche, il Piano propone dei percorsi specifici per diverse categorie di comunità (come diocesi/parrocchie, scuole cattoliche, ospedali cattolici e così via) tra le quali figurano anche gli Istituti religiosi. Vari dicasteri e istituzioni ecclesiali sono incaricate di coinvolgersi in tali percorsi. Nel caso dei religiosi, ad esempio, USG e UISG sono partners strategici del Dicastero.

Per questo USG e UISG stanno sviluppando una proposta concreta per le comunità religiose in tutto il mondo. I criteri guida sono:

=   Valorizzare e integrare quello che le comunità religiose stanno già facendo.

=   Semplicità e gradualità affinché le comunità possano essere in grado di gestire il proprio coinvolgimento.

=   Profeticità, per ispirare e motivare il coinvolgimento comunitario.

=   Flessibilità per poter adattare il percorso ai diversi contesti e situazioni nel mondo.

L’idea è dunque quella di mettere a disposizione un processo e delle risorse per accompagnarlo, lasciando libere le comunità partecipanti di fare il proprio discernimento e prendersi la propria responsabilità per definire il loro piano d’azione, priorità, obiettivi specifici e attività. In pratica, il processo comprenderebbe 3 aspetti:

1.  Elaborazione di un “Manifesto” / impegno pubblico per l’ecologia integrale: ogni comunità sarebbe chiamata ad elaborare un proprio manifesto da rendere pubblico. Anche se questo lavoro si concentra in gran parte all’inizio del percorso, in realtà si tratta di un impegno continuo, che richiede rendicontazione e comunicazione sociale e i cui risultati vanno celebrati (cf. EG 24).

2.  Transizione all’ecologia integrale: questo comporta definire gli obiettivi finali, valutare dove la comunità si trovi rispetto a tali obiettivi, predisporre un piano d’azione integrato nel ciclo di programmazione comunitaria e fare adeguate verifiche.

3.  Camminare assieme: si tratta di partecipare a percorsi collettivi, come campagne internazionali, percorsi condivisi come quello di Sowing Hope for the Planet (USG/UISG), collegarsi alle piattaforme di supporto (ad es. Laudato si’ Action Platform di GCCM).

Il Piano verrà presentato ufficialmente nel corso dei prossimi mesi e verrà inaugurato il 24 maggio 2021, al termine dell’anno speciale per la Laudato si’. Di lì comincia il lungo e non procrastinabile cammino verso un Giubileo della Terra. Ci auguriamo una risposta planetaria che accolga l’invito dello Spirito a cambiare radicalmente senso di direzione: possiamo ancora farcela!
Fr. Alberto Parise, in Consacrazione e servizio, 6/2020, pp. 67-71

 

[1] I 7 OLS sono:

  = Rispondere al grido della terra
  = Rispondere al grido dei poveri
  = Economia ecologica
  = Istruzione ecologica
  = Spiritualità ecologica
  = Stili di vita semplici
  = Coinvolgimento e partecipazione delle comunità

[2] Gli obiettivi finali di una comunità dovranno essere conseguiti con un piano quinquennale; un sesto anno sarà a disposizione per completare il percorso in caso di eventuali ritardi, il 7° anno sarà un “sabbatico”.