Con i sentimenti del nostro fondatore S. Daniele Comboni salutiamo il Sommo Pontefice, Benedetto XVI, in comunione di preghiera e di obbedienza evangelica e missionaria.
Carissimi Confratelli,
Mons. Daniele Comboni, appena appresa la notizia della elezione del nuovo Pontefice, Leone XIII, scrisse una lettera di obbedienza missionaria e di ossequio filiale:
Permettete, o Beatissimo Padre, che io, tutti i sacerdoti e operai evangelici membri dell'Istituto delle Missioni per la Nigrizia, che lavorano nel mio Vicariato, e le Suore Missionarie alunne del mio Istituto delle Pie Madri della Nigrizia… permettete, dicevo, il nostro umile e caldissimo plauso, col quale noi pure vi salutiamo Pontefice e Vicario di G. Cristo in terra. Ricevete gli omaggi profondi del nostro cuore, ed i sensi più caldi e sinceri dell'umile, perfetta, e illimitata nostra riverenza ed affetto.
Voi siete l'eletto di Dio. Voi siete il Pastore Supremo delle anime, dal quale aspetta il mondo la pace, e che tutto riunirà sotto l'ombra dell'unico Ovile di G. Cristo.
Noi membri dei suddetti Istituti siamo disposti a tollerare tutti gli stenti, privazioni, pericoli, climi infuocati ed ogni sorta di pene e fatiche, le quali accompagnano incessantemente il nostro periglioso e spinosissimo apostolato. Siamo sempre pronti a soffrire il martirio; e tutta la nostra fiducia è riposta nel SS. Cuore di Gesù, in Nostra Signora del S. Cuore, in S. Giuseppe e in Voi.
Degnatevi, dunque, di volgere uno sguardo pietoso verso questa derelitta parte della sublime eredità di Cristo per la cui Redenzione consacriamo e mente e cuore, e sangue e vita; ed impartitele una di quelle straordinarie benedizioni, che la fecondi della vera vita.
(cf S 5213-5217)
Con questi sentimenti del nostro fondatore S. Daniele Comboni salutiamo Il Sommo Pontefice, Benedetto XVI, in comunione di preghiera e di obbedienza evangelica e missionaria.
Chiediamo a Dio la grazia di arricchire la Chiesa con la fedeltà al nostro carisma missionario comboniano e, come dice Comboni, di aiutare il Santo Padre, Benedetto XVI, a volgere il suo sguardo verso quelle terre più povere, per le quali migliaia di missionarie e missionari, religiosi e laici, consacrano la loro vita e si danno senza riserve. Rinnoviamo la nostra consacrazione per continuare a impegnarci nell’opera missionaria tra i popoli a noi affidati e dare loro speranza di fraternità e pace. In fedeltà alla Chiesa e in comunione con il Santo Padre.
P. Teresino Serra
Superiore Generale
19 aprile 2005