Mercoledì 3 giugno 2015
In apertura dell’assemblea generale annuale delle Pontificie opere missionarie (Pom) – in corso dal 1 al 6 giugno, nella casa esercizi Salesianum a Roma – il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha fatto un forte richiamo alla condivisione e all’importanza di non chiudersi in se stessi e ha invitato le istituzioni ecclesiali a cooperare. Il servizio missionario è «nel cuore della Chiesa» e perciò tutte le istituzioni ecclesiali che a vario livello — locale, nazionale e internazionale — sono per esso impegnate, devono sempre più avere conoscenza reciproca, dialogo e collaborazione, affinché si inneschi «una dinamica di opportuna solidarietà universale». L’assemblea ha per tema: «Come sostenere la missione universale oggi e domani».

 

Card. Fernando Filoni,
Prefetto della Congregazione
per l’evangelizzazione dei popoli.

 

Il dicastero missionario e le Pom, ha detto in proposito il porporato, devono considerarsi in uno «stato di missione permanente» perché «visibilmente e concretamente manifestano la vera realtà della Chiesa, in quanto “segno e strumento universale di salvezza”». Esse, ha aggiunto, hanno il privilegio «di essere proiettate oltre i confini delle proprie Chiese locali». E proprio dalle Chiese locali, il prefetto di Propaganda Fide, ha riportato una testimonianza significativa: «Nelle mie recenti visite in Iraq, Vietnam, Camerun, Guinea Equatoriale, ho constatato quanto queste, in mezzo a guerre, persecuzioni e povertà, si sforzano di essere fedeli al Vangelo per testimoniarlo e quanto esse fanno per difendere la dignità umana e alleviare le enormi sofferenze della gente».

Ecco perché vanno moltiplicati gli sforzi dell’evangelizzazione e della solidarietà in un servizio missionario che, proprio in questo 2015 può alimentarsi di tre spunti importanti: innanzitutto l’anno dedicato alla vita consacrata, che «dovrebbe favorire un rilancio dell’attività di evangelizzazione all’uomo contemporaneo»; poi il prossimo Giubileo della misericordia, che «può costituire un motivo forte per rilanciare con più coraggio le nostre attività» rispondendo a Papa Francesco che invita «ad aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali». Infine la celebrazione del cinquantesimo anniversario del decreto conciliare Ad gentes: è occasione per una «lettura della situazione delle Chiese nei territori di missione, delle attività di evangelizzazione» e delle difficoltà che le Chiese devono affrontare.

Nel discorso introduttivo il cardinale Filoni ha tracciato alcune linee di discussione e di approfondimento. Innanzitutto, parlando della cooperazione missionaria, ha ricordato che «l’evangelizzazione non può essere efficace se è solo motivata e finalizzata a un progetto umano, per quanto necessario e giusto», non può, cioè, «esaurirsi nella raccolta di offerte» ma richiede innanzitutto di formare le persone «al vero senso della Chiesa». A conferma di ciò, ha sottolineato il porporato, è proprio la «perdita di senso ecclesiale in Occidente» una delle cause, oltre alle difficoltà date dalla crisi finanziaria, della diminuzione delle offerte che si registra negli ultimi tempi. Di fronte a tali difficoltà occorre sempre più sostenere la «cooperazione ecclesiale», promuovendo l’interazione fra le Pom e le conferenze episcopali, affinché «si attui, per quanto possibile, un’equa distribuzione dei sussidi». A tale riguardo, il cardinale Filoni ha tenuto a raccomandare anche una «retta gestione» di tali contributi, una «amministrazione trasparente e responsabile delle offerte», accompagnata da una doverosa riduzione delle «spese di gestione delle nostre strutture». Sempre nell’ambito della gestione delle risorse, il prefetto di Propaganda Fide ha anche invitato i partecipanti all’assemblea a confrontarsi e a prendere decisioni in merito alla «modalità» e alla «quantità del contributo da destinare alle nunziature».

Tutto deve concorrere al comune impegno, a livello universale e locale, di comunicare il Vangelo, in un continuo flusso di informazioni e risorse che risponde alla parola “condivisione”. Perciò, ha sottolineato il porporato, anche la Giornata missionaria mondiale, «dovrebbe costituire non un evento episodico», ma per tutti la conclusione dell’animazione missionaria di un intero anno. Tutti, ha detto, sono chiamati a «parlare lo stesso linguaggio in tutte le Chiese del mondo».
[News.va]